mercoledì 28 aprile 2010

Richiesto dalla R.S.U. un nuovo incontro col Direttore di Stabilimento

La R.S.U. ha inoltrato in data odierna una nuova richiesta di incontro col Direttore di Stabilimento ( Ing. Rubbi) per proseguire in confronto iniziato il 30 Marzo u.s. e di cui è stata data ampia informazione ai lavoratori anche in occasione dell'assemblea generale del 1° Aprile.
Riteniamo che ci debbano essere forniti parecchi chiarimenti in ragione della "riorganizzazione" effettuata con la mobilità chiusa il 28 Febbraio e che comunque presenta degli strascichi ancora oggi in diversi reparti, dove avvengono determinati cambiamenti che appaiono alquanto oscuri.
Rivendichiamo l'assoluta titolarità della R.S.U. nel coinvolgimento preventivo: è necessario informare i lavoratori in maniera esauriente nel merito delle scelte aziendali, cercando di evitare le continue situazioni di tensione; per questo motivo riteniamo che al tavolo di confronto debbano presenziare anche i vari manager che riportano all'Ing. Rubbi.
(clicca sul comunicato per ingrandirlo):




Convocata la riunione degli iscritti alla Filctem CGIL per lunedì 3 Maggio

Come riportato nella seguente comunicazione del Segretario Generale D'Arcangelis, la Filctem CGIL ha convocato i propri iscritti in azienda per lunedì 3 Maggio alle ore 16 per discutere in merito alla situazione di incertezza che stiamo vivendo. Invitiamo tutti a partecipare e a fornire il proprio contributo.
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F.TO: I Delegati Filctem CGIL


venerdì 23 aprile 2010

Ddl lavoro: CGIL in audizione alla Camera, modifiche sostanziali o mobilitazione continua


L’intervento chiesto dal Capo dello Stato sul ddl lavoro deve portare ad un cambiamento del testo ‘complessivo’ che non può limitarsi ai soli articoli indicati dal Quirinale per una nuova deliberazione e sui quali, invece, la maggioranza intende limitare la discussione parlamentare. E’ questa la posizione espressa dalla CGIL in audizione alla Commissione Lavoro della Camera che ha ripreso l’esame del provvedimento.
Il Segretario Confederale dell’organizzazione sindacale, Fulvio Fammoni, ha fatto sapere che “se le modifiche apportate dal governo saranno passi in avanti li valorizzeremo perché saranno anche frutto della nostra mobilitazione” ma al contrario “se resteranno norme che riteniamo incostituzionali continueremo la mobilitazione in tutte le forme”, compreso il ricorso alla Corte Costituzionale. Di fatti la mobilitazione della CGIL su questo provvedimento continua con diverse iniziative in cantiere di sensibilizzazione nei confronti di questo provvedimento, fino ad un presidio in programma il 28 aprile - giorno in cui il provvedimento sarà in Aula - davanti al Parlamento.
In Commissione Fammoni, nel ribadire le critiche di merito nei confronti dell’aspetto più controverso del ‘collegato lavoro’, ovvero quello dell’arbitrato, ha elencato gli aspetti critici: “non si contesta l'istituto in sé ma il suo svolgimento secondo equità su diritti inderogabili o definiti dalla contrattazione; il fatto di poter essere il ricorso ad arbitri una scelta compiuta, anche al momento dell'assunzione, per ogni futuro contenzioso anziché una possibilità da valutarsi volta per volta; la non impugnabilità del lodo, sovvertendo la previsione di legge; la facoltà concessa al ministro di agire con un decreto per implementare tali scelte, rendendo di fatto non libera la contrattazione fra le parti”. Tutti motivi, ha detto Fammoni, per i quali “non è né sufficiente né adeguato parlare del recepimento dell'avviso comune dell'11 marzo” come in tanti si sono affrettati a dichiarare.
Sul nodo, inoltre, la CGIL ha chiesto che la scelta del ricorso all’arbitro non venga fatta al momento dell'assunzione e vadano comunque esclusi i contratti a termine. Per Fammoni vanno infatti rispettate ‘leggi e contratti’ e va eliminata la possibilità, così come prevede il testo, di un decreto ministeriale in caso di mancata intesa delle parti sociali. Sulla certificazione, inoltre, la modifica richiesta da Fammoni è che “non possa essere intesa in senso peggiorativo” rispetto ai contratti. La CGIL ha inoltre puntato il dito contro la norma relativa alla procedura di certificazione contenuta nel collegato. Si tratta di una procedura nata con la legge 30 e rimasta finora inutilizzata perché deputata solo a definire la tipologia di contratto, ma che ora il collegato lavoro affida fra gli altri agli Enti Bilaterali chiedendo loro di certificare anche la qualità e il merito del rapporto di lavoro.
Ma l’arbitrato, e tutto ciò che questo implica, non è il solo aspetto del ‘collegato lavoro’ che Fammoni ha sottoposto ai componenti della Commissione Lavoro della Camera. “Noi vogliamo ridiscutere tutto” ha spiegato il dirigente sindacale nel contestare l’intero impianto del provvedimento, compreso quindi l’introduzione dell’apprendistato al posto dell’ultimo anno di obbligo scolastico, i permessi per i disabili e il meccanismo di riattivazione delle deleghe sugli ammortizzatori sociali, quelle legate (e poi scadute) al protocollo welfare che obbligherebbe il governo a tener fede a quei contenuti, pia illusione per Fammoni noti infatti i contenuti del libro bianco.
Una giornata di mobilitazione nazionale per dire “No alla controriforma del diritto e del processo del lavoro” è stata indetta dalla Segreteria nazionale della CGIL per il prossimo 26 aprile. L’iter parlamentare prevede un percorso a tappe forzate con l’approdo del dibattito in aula mercoledì 28 aprile.E proprio in quella giornata la CGIL organizzerà un presidio di fronte alla Camera dei Deputati. Analoghe iniziative si terranno, lunedì 26 aprile, davanti alle prefetture di tutte le città d’Italia (tranne quelle delle province del Lazio). “Si tratta - sottolinea la CGIL in una nota - di una prima iniziativa alla quale ne seguiranno altre durante il percorso parlamentare, in particolare coinvolgendo le istituzioni, i parlamentari locali, i neo eletti ai Consigli Regionali, giuristi ed Università e prevedendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori”.

giovedì 22 aprile 2010

CAMPAGNA MOD. 730/2010

COMUNICATO AI LAVORATORI
Anche quest'anno la Filctem CGIL di Latina conferma la volontà di replicare il servizio di compilazione del Mod. 730 attraverso un incaricato che verrà appositamente in azienda.
Ricordiamo che per i lavoratori iscritti il servizio è gratuito mentre i non iscritti che vorranno usufruirne dovranno preventivamente sottoscrivere la delega d'iscrizione alla Filctem CGIL.
Invitiamo tutti i lavoratori interessati a preparare tutta la documentazione (DI SEGUITO ILLUSTRATA) utile alla dichiarazione dei redditi (sia in originale che in fotocopia) e a consegnarla ai delegati aziendali della Filctem CGIL i quali provvederanno ad inoltrarla per l'elaborazione del Mod. 730.
Sarà nostra cura comunicarvi quanto prima modalità, date, orari e luoghi nei quali sarà presente l'incaricato del CAAF CGIL per eventuali chiarimenti/informazioni.









lunedì 19 aprile 2010

Richiesto un incontro con le Segreterie Provinciali da parte della R.S.U.

La R.S.U. ha inoltrato in data odierna una richiesta di incontro urgente con le Segreterie Provinciali di categoria per tentare di porre un freno al clima di agitazione ed incertezza che si sta impossessando dei lavoratori della Sede Wyeth di Aprilia in previsione dell'annunciata apertura della procedura di mobilità prevista per Maggio. Durante la riunione che si è tenuta oggi, la R.S.U. ha discusso al proprio interno sul documento ricevuto per conto degli stessi lavoratori della Sede e nel quale vengono riportate alcune "aspettative" relativamente alla mobilità. Al fine di evitare che la situazione degeneri, i rappresentanti sindacali hanno deciso di convocare i segretari delle OO.SS. e contestualmente organizzare quanto prima una assemblea dei lavoratori coinvolti per chiarire una volta per tutte l'iter procedurale per le mobilità, fugando eventuali dubbi, incertezze e false illusioni.
Verrete informati non appena saranno fissate delle date utili.



Siglato l'accordo sulla mancata ridistribuzione del premio partecipazione ai manutentori

A seguito della richiesta effettuata dalla R.S.U. il 26 Marzo scorso, la Direzione Aziendale ha incontrato oggi la rappresentanza sindacale per discutere in merito al mancato inserimento dei manutentori di produzione nella ridistribuzione delle quote del premio di partecipazione non corrisposte o corrisposte al 50%, all'interno delle rispettive focus. L'Azienda è venuta incontro alle nostre richieste, assegnando ai manutentori (già col prossimo cedolino di Aprile) la stessa quota elargita agli operatori delle unità produttive di appartenenza.



(clicca sulle immagini dell'accordo per ingrandirle):











(clicca sul comunicato R.S.U. del 26 marzo per ingrandirlo):












domenica 18 aprile 2010

DDL 1167-B: la CGIL dice NO alla controriforma del lavoro








Di seguito una sintesi dei contenuti del volantino:
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il Governo ha varato una legge che cancella il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori, di ricorrere al giudice quando subiscono un torto dal proprio datore di lavoro.L'ennesima legge approvata nonostante le critiche della CGIL e senza alcun confronto .
Una legge che rappresenta una vera e propria controriforma del processo del lavoro.
Ma il Presidente della Repubblica non ha firmato questa legge e l'ha rinviata alle Camere, così come prevede la Costituzione.La CGIL ha manifestato profonda soddisfazione ed apprezzamento per l'atto del Presidente Napolitano e per il messaggio inviato al Parlamento nel quale si richiede una nuova delibera delle Camere con testo modificato su alcune parti fondamentali.La legge deve assicurare una adeguata tutela alla parte debole (il lavoratore) nel rapporto di lavoro, così come costantemente affermato nelle numerose sentenze della Corte Costituzionale.
Cosa prevede la legge?
1. Certificazione del rapporto di lavoro.
Il lavoratore all'atto dell'assunzione può essere assunto con un contratto individuale in deroga ai contratti nazionali di lavoro, quindi, anche con norme peggiorative.
2. Il contratto può contenere una clausola compromissoria che prevede in caso di contenzioso con il datore di lavoro, la rinuncia del lavoratore al diritto di rivolgersi al giudice e di conseguenza, l'affidamento ad un arbitro che potrà decidere in deroga ai contratti e alle leggi vigenti.
3. Questa clausola sarà inserita all'atto dell'assunzione ovvero, nel momento di maggiore debolezza del lavoratore (in violazione dell'articolo 24 della Costituzione che prevede la possibilità di ricorrere al giudice in caso di violazione di un diritto).
4. L'arbitrato sarà a pagamento.Il costo è del 4 % del valore del ricorso e la metà sarà a carico del lavoratore che dovrà pagare anticipatamente.5. La legge prevede inoltre che nel caso in cui il lavoratore riuscisse a rivolgersi ad un giudice, quest'ultimo non potrà discostarsi da quanto certificato nel contratto individuale e anche una riduzione dei tempi per impugnare il licenziamento in moltissime tipologie contrattuali.
E' evidente che questa legge provocherà uno stravolgimento del diritto del lavoro che si basa sul principio della tutela del lavoratore.
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La CGIL ritiene che:
1. Il ricorso all'arbitrato non possa essere previsto al momento dell'assunzione se non in maniera volontaria e solo per i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato una volta superato il periodo di prova, escludendo tutte le altre tipologie contrattuali;
2. L'arbitrato debba svolgersi secondo leggi e contratti;
3. In ogni caso la legge debba prevedere le norme di tutela inderogabili per il lavoratore e cancellare l'intervento ministeriale alternativo al ruolo della contrattazione;
4. La certificazione del rapporto non possa essere peggiorativa rispetto alle norme contrattuali;
5. Il giudice non possa avere vincoli di giudizio e che debba essere cambiata la norma relativa ai termini di decadenza per l'impugnazione di licenziamento e per le cause in corso .
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La Cgil ha previsto delle iniziative al livello locale, sarà nostra cura informarVi tempestivamente al fine di garantire come sempre la massima partecipazione.

domenica 11 aprile 2010

COMUNICATO AI LAVORATORI

A breve saremo chiamati a confrontarci con la società Wyeth sulla difficile vertenza che vede coinvolti i lavoratori della Sede.

Tale vertenza ci vedrà impegnati nel tentativo di limitare al minimo l'impatto sociale.

Il recente accordo sulla procedura di mobilità dell'Informazione Medico-Scientifica ha delineato i confini di una iniziale base di trattativa per i lavoratori della Sede.

In maniera esemplificativa (e non esaustiva) un eventuale accordo dovrà prevedere:

1. una riduzione del numero degli esuberi;
2. una significativa attribuzione patrimoniale per tutti i lavoratori coinvolti nel processo di mobilità;
3. concrete proposte di opportunità di lavoro da sottoporre alla libera e soggettiva valutazione dei lavoratori;
4. garanzie di legge e di reddito per i lavoratori che volessero cogliere tale opportunità;
5. la concessione ad uso gratuito degli uffici di Sede da parte della società Wyeth.

Vogliamo sottolineare che la Filctem-Cgil cercherà, come sempre, fuori da ogni logica populistica, di rappresentare al meglio gli interessi dei lavoratori.

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F.TO: I Delegati R.S.U. della Filctem-CGIL
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LA STAMPA NE PARLA: LEGGI L'ARTICOLO SU LATINA OGGI
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sabato 10 aprile 2010

CONCLUSO A PESARO IL CONGRESSO COSTITUTIVO FILCTEM-CGIL: ALBERTO MORSELLI ELETTO SEGRETARIO GENERALE.

Con la elezione di Alberto Morselli a segretario generale della Filctem-Cgil, si è concluso ieri, 9 aprile, il congresso costitutivo della Filctem, la nuova Federazione della Cgil che unisce i lavoratori chimici, tessili, dell'energia e delle manifatture. Lo ha eletto il Comitato direttivo nazionale con 122 voti favorevoli (60,69%), 75 contrari, 4 schede bianche. Il direttivo ha anche eletto i componenti la segreteria nazionale. In precedenza l'intervento conclusivo del congresso svolto da Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil, aveva sottolineato con grande orgoglio la nascita della Filctem, una categoria "che - ha aggiunto - unisce tre grandi storie, come quelle dei chimici, dei tessili, dell'energia che hanno dato lustro non solo al sindacato ma a tutto il Paese".

martedì 6 aprile 2010

Ddl Lavoro: Epifani, avevamo ragione noi, la legge è incostituzionale

Napolitano non firma il "ddl lavoro"; il testo torna al Parlamento.
Il Segretario Generale della CGIL in un'intervista a 'La Stampa' dichiara: " ora dobbiamo ripartire dal lavoro che non c’è."
“Soddisfatto? Certo”, risponde Guglielmo Epifani. Per il Segretario della CGIL, il “ddl lavoro” varato ai primi di marzo era “incostituzionale”, un “pasticcio, come hanno detto sempre tutti i giuslavoristi”, voluto da un governo “davvero di destra” che in questi tempi di crisi anziché preoccuparsi della disoccupazione galoppante mina diritti fondamentali dei lavoratori. Atteso, evocato, ieri è arrivato lo stop di Napolitano ed Epifani apprezza. “Non è usuale che il Capo dello Stato respinga una legge - spiega -. Eppoi sono soddisfatto anche per le motivazioni, perché da una parte critica queste leggi omnibus dove c’è tutto di tutto e non si riesce mai a comprendere effettivamente le conseguenze delle scelte legislative. E dall’altra mette il dito su questa piaga dei diritti dei lavoratori, sull’arbitrato”.
In pratica con questa legge un lavoratore al momento dell’assunzione poteva venire obbligato a sottoscrivere la possibilità che in caso di contenzioso si andava all’arbitrato?
“Esatto, è così. Per tutta la vita. Un fatto gravissimo perché la Costituzione, in un suo articolo importante, dice che è diritto di ogni cittadino poter ricorrere al giudice per far valere le proprie ragioni”.
E invece questa legge?
“Introduceva la possibilità che all’atto dell’assunzione il datore di lavoro chiedesse di rinunciare a percorrere la strada giudiziaria scegliendo sempre e comunque l’arbitrato. E siccome il momento di avvio del rapporto di lavoro è quello in cui il lavoratore è più debole, è chiaro che con questa norma si finisce per premere su di lui togliendogli una libertà che gli assicura la Costituzione. Non solo, l’arbitrato era 'secondo equità': ovvero non doveva giudicare la conformità dei trattamenti e dei comportamenti all’applicazione delle leggi o dei contratti. E infine, certamente spaccava in due il mondo del lavoro, tra chi poteva ricorrere al giudice ed alle forme di conciliazione già previste e chi restava solo con l’arbitrato”.
Insomma, lavoratori di 'serie B'...
“Condizionabili per tutta la vita: una cosa senza senso”.
Ma la CGIL è contraria al meccanismo dell’arbitrato?
“No, anche perché l’arbitrato c’è già oggi. Semmai lo si può normare meglio: se serve a trovare soluzioni più rapide va benissimo”.
Per 'rimediare' ora, come dicono il ministro Sacconi, CISL e UIL, basta inserire nella legge la dichiarazione comune sottoscritta da tutte le parti sociali tranne voi?
“No, non va bene. E poi quella è stata una mossa intempestiva, fatta ancor prima che la legge fosse promulgata solo per cercare di mettere una toppa”.
Però esclude il licenziamento...
“Occorre che il Parlamento esamini le motivazioni per le quali il Presidente ha rinviato la legge alle Camere. E occorre dare risposte a queste osservazioni rimettendo mano al testo. Per questo parlerò con Cisl e Uil e chiederemo d’essere ascoltati in Parlamento. Adesso, più che cantar vittoria, mi preme fare le cose per bene e garantire diritti al meglio possibile per i lavoratori”.
Sacconi chiede di intervenire solo sui punti segnalati dal Quirinale, voi chiedete altre modifiche?
“Le cose che non vanno sono tante, ad esempio c’è la riduzione dei tempi per impugnare la legittimità dei contratti a termine. In realtà nelle pieghe di questa legge così complessa ci sono tanti aspetti che puntano quasi tutti a ridurre i diritti dei lavoratori. Questa è la verità. E la cosa che più mi colpisce è che questa operazione sia stata fatta in un periodo di crisi in cui il lavoratore già è debole perché ha la prospettiva di perdere il lavoro ed ogni giorno si misura con la crisi. Ora in più gli riduci i diritti? Questo è un governo davvero di destra. Fortemente di destra”.
A proposito di momento difficile: i nuovi dati sulla disoccupazione sono drammatici, quella giovanile poi va oltre il 28%...
“E aumenterà visto l’andamento dell’economia, e soprattutto nel Sud diventerà un dramma ancora più forte. Berlusconi adesso dice di voler ripartire da fisco e giustizia. Credo invece si debba ripartire dal lavoro, perché se c’è una cosa che queste elezioni hanno dimostrato, con l’alto astensionismo e in parte anche col voto alla Lega, è il malessere sociale molto forte connesso alla crisi. Bisogna che il governo rifletta se quello che ha fatto sino ad oggi basta o meno”.