giovedì 30 dicembre 2010

COSITUZIONE E CODICE CIVILE, ECCO LE VIOLAZIONI A MIRAFIORI

Con le regole imposte dall'azienda il diritto di sciopero non può più essere esercitato

da IL FATTO QUOTIDIANO del 30-12-2010:





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lunedì 27 dicembre 2010

Alcune dichiarazioni di Susanna Camusso sul caso FIAT Mirafiori

Riportiamo un paio di articoli apparsi oggi sulla stampa nazionale e contenenti alcune dichiarazioni che la Segretaria Generale della CGIL Susanna Camusso ha fatto in merito all'accordo separato (senza la firma della FIOM) su FIAT Mirafiori:
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Il segretario generale parla di ritorno agli anni Cinquanta con l´esclusione della Fiom dalla fabbrica La leader Cgil: Cisl e Uil sono ormai sindacati aziendalisti

27/12/2010 | Repubblica | Lavoro
CAMUSSO ALL´ATTACCO DI MARCHIONNE: "ANTIDEMOCRATICO E AUTORITARIO"
"Ritorno al passato con quell´intesa"
Noi non avremmo mai firmato un accordo concordando l´esclusione di un sindacato dall´azienda 
O fa sentire la sua autorevolezza nel sistema delle imprese o prevarranno le regole della giungla 
Un sindacato non può limitarsi all´opposizione, altrimenti rinuncia alla tutela concreta dei lavoratori 
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ROMA - «Sergio Marchionne? Un antidemocratico, illiberale e autoritario», risponde Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che per la prima volta parla dell´accordo separato alla Fiat-Chrysler raggiunto alla vigilia di Natale. Un´intesa - dice - che la Cgil non avrebbe mai firmato perché «non si può concordare l´esclusione di un sindacato». Camusso attacca Cisl e Uil: «Si sono trasformate in sindacati aziendalisti che propagano la posizione della Fiat». Poi la Confindustria: «O fa sentire la sua autorevolezza nel sistema delle imprese oppure prevarranno le regole della giungla. Non può limitarsi a guardare perché è in atto un´offensiva pure nei suoi confronti». Ma ci sono anche errori della Fiom, sostiene il leader della Cgil: «Dovremo discuterne al nostro interno». Nessuno sciopero in vista (a parte quello della Fiom) ma una grande campagna sul tema della libertà sindacale. E il Pd? «Bene Bersani - risponde Camusso -, ma troppo spesso a sinistra si sviluppa uno stucchevole dibattito sull´innovazione senza accorgersi che può rappresentare anche un profondo arretramento».
Cosa significa l´esclusione della Fiom da Mirafiori, fabbrica simbolo nella storia industriale italiana?
«Significa il ritorno agli anni Cinquanta. Allora c´erano i reparti confino, oggi c´è l´esclusione della rappresentanza sindacale. L´idea, tuttavia, è esattamente la stessa. E cioè quella di costruire un sindacato non aziendale bensì aziendalista il cui unico scopo è quello di propagare le posizioni dell´impresa».
Non le pare un po´ offensivo nei confronti della Cisl e della Uil?
«Guardi, nel suo libro "Il tempo della semina", Bonanni racconta con orgoglio come, proprio negli anni Cinquanta, la Cisl rifiutò la richiesta della Fiat di inserire nelle liste cisline per l´elezione delle Commissioni interne alcuni nomi graditi all´azienda. È Bonanni che illustra bene come il sindacato aziendale sia la negazione di quello confederale. Ora dovrebbe spiegarci lui come considera un accordo che contiene al suo interno le regole per escludere un altro sindacato confederale».
Si sta prefigurando un sistema di relazioni industriali senza la Cgil?
«Secondo me la Fiat ha deliberatamente costruito una successione di eventi per negare la libertà sindacale».
Marchionne ha sempre detto che tesi di questo genere non stanno né in cielo né in terra.
«E allora, perché non applica l´accordo interconfederale del ´93 sulla libertà sindacale? Vorrei poi ricordare a Confindustria che non può restare immobile se vuole evitare che salti, come ha riconosciuto, il sistema della rappresentanza sindacale. Se non si vuole rischiare che il conflitto sociale diventi ingovernabile bisogna al più presto trovare un accordo sulla rappresentanza e la democrazia sindacali che completi il protocollo del ‘93».
Spetta alla Confindustria aprire il negoziato?
«È irrilevante chi lo fa. Io credo che Cisl e Uil abbiano sottovalutato l´effetto dell´intesa per Mirafiori. Perché quando si permette a una grande impresa di escludere un sindacato, si sa con chi si comincia ma non si sa con chi si finisce».
Considera Marchionne un innovatore o, come si diceva un tempo, un reazionario?
«Penso che il tratto distintivo di quell´accordo sia il suo essere anti-democratico. Direi che Marchionne è un anti-democratico e illiberale. Il tema vero è questo. Aggiungo che non può esserci un modello partecipativo che si fondi sull´impedimento della libertà sindacale».
Ma la Fiom non poteva firmare "turandosi il naso", rimanendo però all´interno della fabbrica?
«È difficile applicare il principio del voto con il naso turato nelle trattative sindacali. La Fiom, possibilmente con la Cgil, dovrà aprire una discussione su questa sconfitta. Perché, l´ho già detto, un sindacato non può limitarsi all´opposizione altrimenti rinuncia alla tutela concreta dei lavoratori».
Sta criticando la Fiom. Le colpe, allora, sono anche a casa sua?
«Quando c´è una sconfitta non possono non essere stati commessi degli errori. Nessuna grande sconfitta è solo figlia della controparte. Ce l´ha insegnato Di Vittorio: se anche ci fosse una responsabilità in percentuale minima, su quella ci si deve interrogare».
Perché condivide il no all´accordo per Mirafiori?
«Perché quella proposta è poco rispettosa della fatica del lavoro. Non si può applicare ai lavoratori la cosiddetta "clausola di responsabilità", secondo la quale non è possibile opporsi all´intesa e scioperare anche se le condizioni di lavoro diventano insopportabili. Una clausola di quel tipo possono sceglierla sindacati e imprese ma non possono subirla i lavoratori».
Dunque, questo è il motivo del no?
«Questo è il motivo . Comunque la Cgil non firmerebbe mai un accordo che escludesse un altro sindacato».
Ammetterà almeno che Cisl e Uil hanno reso possibile l´investimento della Fiat e così il futuro produttivo di Mirafiori?
«Capisco questo ragionamento e lo considero un tema importante. Tuttavia mi piacerebbe sapere qual è il progetto "Fabbrica Italia" e come la Fiat pensi di colmare il ritardo che ha accumulato rispetto ai suoi concorrenti sul versante dei modelli. Ma anche per questo continuo a non comprendere quale necessità ci fosse di ricorrere a un modello autoritario che ci riporta agli anni Cinquanta».
ROBERTO MANIA
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Camusso: se si nega la rappresentanza dei lavoratori nel sindacato, di fatto si nega anche quella delle imprese
27/12/2010 | Stampa | Lavoro
«MIRAFIORI, UNA SFIDA PER CONFINDUSTRIA»
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, non ha dubbi. «Il modello che deriva dall’accordo su Mirafiori cancella la libertà sindacale. Non è una “grande novità”, ma la riproposizione di uno stile da anni ‘50. Per la Cgil ora il problema centrale è quello della democrazia e della rappresentanza. Su questo tema chiediamo a Confindustria di confermare l'orientamento, che aveva già espresso nei giorni scorsi, e di estendere in tempi rapidi l’accordo interconfederale del ‘93 per risolvere il nodo della rappresentanza che apra la strada a una legge»Veramente Confindustria ha definito positivo l’accordo su Mirafiori. «Sto alle dichiarazioni recenti in cui Confindustria ha chiaramente detto che mettere in discussione il sistema della rappresentanza avrebbe determinato un livello di conflitto non necessario. Chiedo a Confindustria di essere coerente, e di definire urgentemente con noi le regole della rappresentanza. Qui si nega la libertà sindacale, uno dei fondamenti di qualunque sistema democratico. C’è l’idea che l’impresa possa esercitare la sua funzione solo se tutti i lavoratori la pensano come lei». Ma l’intesa è stata accolta da un coro di consensi. Anzi, si dice che la Fiom poteva e doveva firmare. «Mettere in discussione la libertà sindacale serve alla Fiat, serve al paese?» Marchionne ha detto che quest’intesa era obbligata per l’investimento da un miliardo a Torino. «Ma non c’entra niente. Si può decidere di “strappare” perché si ritiene decisiva una certa organizzazione dei turni; un sindacato dirà di no, altri di sì, si fa un accordo separato. A me non piace, ma finisce lì. Altra cosa è decidere di escludere i lavoratori dall’esercizio di un diritto. Cancellare un sindacato. Si pensi a un “accordo Mirafiori” in Parlamento. Un partito che non è d’accordo va fuori, non ha diritto di esistere? Riflettano i nostri cugini di Cisl e Uil: se poi capita - e capiterà - che non siano d’accordo loro, che succede, vengono anch’essi cancellati?» Intanto sono la Fiom, e spesso la Cgil, a essere escluse. «Vi ricordate la poesia del pastore antinazista Martin Niemö ller? “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubacchiavano”, dice. E finisce: “un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Non può diventare normale che chi non la pensa come te sta fuori. Sono i lavoratori, non l’impresa, a decidere quale sindacato può esserci e quale no. Tutta questa storia non c’entra con i turni, le pause o gli investimenti di Fabbrica Italia». Ci sarà una corsa a imitare la Fiat, a uscire dai contratti nazionali?«La Fiat è l'unico produttore italiano di automobili, se ce ne fosse stato un altro non sarebbe esistito un accordo simile. Il contratto nazionale è anche un regolatore della competitività tra le imprese, evita il dumping tra le aziende. Temo che qualche impresa possa essere indotta in tentazione: ne deriverebbe una situazione assolutamente conflittuale, che non conviene a nessuno. Se si nega la rappresentanza dei lavoratori, di fatto si nega anche quella delle imprese, il ruolo di Confindustria. Anche Confindustria ha un problema: se le grandi imprese vanno per conto loro, le piccole cercheranno nuovi lidi, no?»
Cosa farete, ora? «Dopo l’accordo del 2009 sul modello contrattuale la Cgil ha lavorato per fare rinnovi contrattuali unitari. Spesso ci siamo riusciti. Ora dovremo far avanzare le regole della rappresentanza per salvare la libertà sindacale. È una sfida che ha davanti a sé anche Confindustria». Si è parlato di modello americano, di fine delle liturgie concertative europee. «Mi sembra solo propaganda, per alimentare l’idea che tutto ciò che è diverso è nuovo, e ciò che è nuovo è comunque positivo. Marchionne, quando voleva la Opel, ci ha lavorato un mese, e si è guardato bene da dire al governo tedesco che era una liturgia... C’era tutta questa fretta, si doveva decidere in 24 ore sulla vita delle persone, sui turni, sulla malattia? E insisto: chi l’ha detto che il lavoratore deve pensarla come chi gli dà il lavoro?» E ora c’è il referendum. E la Fiom non esiste più come sindacato a Mirafiori. «Resta la più grande organizzazione dei metalmeccanici. Dire che non esiste più mi pare difficile. Il referendum? Vedremo. Penso che la Fiom dovrà trovare le forme per essere comunque presente. Non credo che il paese si possa permettere aziende che si considerano extraterritoriali. Invito Cisl e Uil a riflettere: se non vorranno essere esclusi alla prima occasione, dovranno essere sempre d’accordo con quello che le aziende di volta in volta dicono. Qualcuno può dire che chi è stato escluso oggi se l’è cercata; la volta dopo lo diranno a loro». È la Fiom a “essersela cercata”, dicono. Una triste parabola: dal “sindacato indipendente” al no alla concertazione, e ora fuori dal contratto e da Mirafiori. «I metalmeccanici, insieme alla Cgil, devono fare una riflessione vera. Abbiamo avuto opinionidiverse su come gestire i contratti dopo l’accordo separato. Si deve ragionare su cosa deve fare un sindacato per poter continuare a difendere i lavoratori. Ma non confondo le due cose: un conto è la riflessione, anche autocritica, sugli elementi di innovazione che la Fiom deve sviluppare. Questo però non può autorizzare la cancellazione della libertà sindacale. Trovo una contraddizione evidente: il segretario generale della Cisl giustamente ci ha sempre ricordato il tema del pluralismo sindacale. Come lo concilia con l’esclusione di chi dissente?»
Roberto Giovannini


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venerdì 24 dicembre 2010

FIAT: il no della FIOM CGIL al piano per Mirafiori

Per la CGIL, quello che ha portato all'accordo separato per lo stabilimento torinese, è un “sistema autoritario” che esclude il confronto con l'azienda. FIOM CGIL, per la prima volta si cancella l'esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impendendo ad un'organizzazione di avere uomini e rappresentanze
24/12/2010 
Un accordo “indifendibile e vergognoso”, quello che vede, dopo Pomigliano, il no della FIOM CGIL al piano per lo stabilimento FIAT di Mirafiori. E' stato firmato ieri (23 dicembre) a Torino l'ennesimo accordo separato tra azienda e sindacati, senza il consenso della categoria dei metalmeccanici della CGIL. Il piano presentato dall'azienda automobilistica prevedeva modifiche su turni, assenze, pause e straordinari. Inoltre, non solo le due newco che nascono a Mirafiori e Pomigliano saranno fuori da Confindustria,  e quindi dagli accordi sottoscritti per i metalmeccanici tra le rappresentanze sindacali e quelle degli industriali, ma di fatto vi sarà una totale esclusione, al loro interno, delle rappresentanze aziendali (RSA) della FIOM in quanto non firmataria del contratto collettivo.


“Per la prima volta si cancella l'esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impendendo ad un'organizzazione, tra l'altro la più rappresentativa del comparto e non solo della FIAT, di avere uomini e rappresentanze”, questo è il duro commento del Segretario Generale FIOM CGIL, Maurizio Landini.


I contenuti dell'accordo peggiorano quanto fatto a Pomigliano, spiega il leader dela FIOM “si riducono le garanzie per i lavoratori e si conferma che non si vogliono pagare i primi giorni di malattia, con sanzioni che possono arrivare fino al licenziamento per i lavoratori che dovessero decidere di scioperare”. Ma “gravi” modifiche sono state apportate anche per quanto riguarda i turni, le pause e gli straordinari, “come FIOM – prosegue il dirigente sindacale - abbiamo sempre detto che siamo disposti a discutere prima di scioperare, ma abbiamo sempre avuto a che fare con una controparte che vuole solo un sindacato corporativo e aziendalista, superando l'idea del sindacato confederale”.


Il leader della FIOM sottolinea come “così facendo, si lede la libertà di ogni singolo lavoratore di aderire all'organizzazione sindacale che meglio lo può rappresentare”. Insomma, avverte Landini, “siamo al ricatto” poiché, conclude “un referendum in queste condizioni è illegittimo perchè si chiede ai lavoratori di rinunciare ai propri diritti”. Infatti, a gennaio, l'accordo sarà sottoposto al voto dei lavoratori.


“Un sistema autoritario che punta a escludere chiunque voglia discutere, contrattare e confrontarsi sulle posizioni dell'azienda”, quello che secondo il Segretario Confederale, Vincenzo Scudiere della CGIL ha portato all'accordo separato per Mirafiori, che costituisce spiega, “uno dei più gravi attacchi alle relazioni sindacali italiane”.


Certamente, per la CGIL, si tratta di un accordo “complicato e difficile” che si è innestato in un permanente equivoco determinato dall'amministratore delegato della FIAT che, sottolinea Scudiere, “invece di spiegare il piano industriale, ha voluto determinare una rottura, prima con Pomigliano e ora con Mirafiori, decidendo di agire in modo unilaterale”. Il dirigente sindacale conclude reclamando “scelte chiare” ed esprimendo la necessità di un nuovo confronto “per capire quali scelte intende fare la stessa Confindustria e le imprese nel loro complesso”. Capire cioè, dice Scudiere, “se si intende proseguire il confronto avviato con il tavolo sulla crescita o sposare la linea dell'amministratore delegato FIAT”.

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martedì 21 dicembre 2010

Niente di nuovo sul fronte aziendale

Oggi pomeriggio si è tenuto l'ultimo incontro dell'anno tra la Direzione Aziendale (rappresentata dal Direttore HR) e la RSU per affrontare la proposta di bonus che la rappresentanza sindacale ha avanzato il 14 dicembre scorso.
Come potete immaginare l'esito è stato decisamente negativo: l'azienda ha respinto totalmente la nostra proposta di elargire dei giorni di ferie a tutti i dipendenti come bonus per l'impegno profuso nel 2010 dichiarando di non poterla prendere in considerazione visto che:
- occorrerebbe una autorizzazione internazionale da parte di Pfizer (praticamente impossibile!)
- in una situazione come quella attuale in cui dobbiamo ridurre i costi si tratta di una proposta insensata (e quando mai?...)
- dai dati in possesso dell'ufficio HR risulta che sono decisamente pochi i casi di dipendenti che sono con un saldo negativo di ferie; la maggior parte detiene un carico di ferie enorme da smaltire per cui non sarebbe considerato un granchè come bonus.(!)
- l'azienda si è già impegnata a Settembre (e qualcuno della RSU se lo era anche annotato, perdio!) a fornire un riconoscimento per il Centrum per cui si resta ancora una volta stupiti e meravigliati dalla proposta della RSU!
Il direttore HR ha ribadito che l'unico bonus che sarà elargito consisterà in un buono carburante del valore di 100 euro per tutta la PPU DS con l'aggiunta di alcuni (quanti e quali?) lavoratori di altre aree che hanno contribuito al raggiungimento del risultato relativo al Centrum, con però il paletto dell'assenteismo: non più di 3 giorni nell'ultimo trimestre. Dai calcoli aziendali si stima che tale bonus coinvolgerà circa 165 lavoratori.
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Abbiamo preso atto con rammarico della totale chiusura della Direzione Aziendale visto che la nostra proposta è stata largamente condivisa dai lavoratori che rappresentiamo e da quello che ci risulta sono parecchi coloro che hanno esaurito le ferie e i permessi , altro che "pochi casi"! Consideriamo che quest'anno l'azienda ha comunicato la necessità di effettuare delle chiusure collettive all'ultimo momento (ad Agosto, così come i prossimi 24 e 31 dicembre e 7 gennaio) con grave impatto soprattutto per i lavoratori somministrati (per inciso: ci è stato comunicato che dal 2011 si tornerà finalmente con tutta probabilità a calendarizzare le chiusure collettive come si faceva in passato); per non parlare dell'impatto dovuto anche alla cena di questi giorni, prima rimandata per neve e poi riprogrammata a metà di questa settimana; a tal proposito è stato confermato che sia per venerdì 17 che per mercoledì 22 le ore per la copertura dei turni sarà come segue:
- per coloro che svolgono il turno di pomeriggio (13:30-21:00): si lavora fino alle 18:30 e la rimanenza è permesso retribuito aziendale
- per coloro che svolgono il turno di notte (21:00-4:30): il turno è annullato con 4 ore a carico del lavoratore e 4 ore permesso retribuito aziendale.
Non condividiamo nella maniera più assoluta la decisione di escludere comunque la PPU OTC e tutte le altre aree da un qualsiasi tipo di gratifica; abbiamo riaffermato la necessità di dare un segnale positivo per tutti e senza distinzione di sorta (nemmeno coi paletti dell'assenteismo che peraltro già incide giustamente sul premio di partecipazione) come occasione utile per recuperare una situazione disastrosa dal punto di vista motivazionale emersa dal recente sondaggio Gallup. Ancora una volta questo management si rivela molto distante dal resto dei lavoratori se continua a dichiararsi "stupito  e meravigliato" dalle proposte e segnalazioni che gli stessi lavoratori effettuano tramite i loro rappresentanti.
Seguitiamo a vedere nero davanti a noi perchè risposte ai tanti quesiti posti non se ne vedono, nè tanto meno cambiamenti di rotta o dimostrazione di voler collaborare seriamente al miglioramento del clima: 
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(chissà perchè la gente è demotivata?!?)
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In chiusura vogliamo riportare un'annotazione emersa da un argomento apparentemente marginale affrontato durante l'incontro di oggi ma che invece riteniamo possa rivelarsi di una importanza non trascurabile:
tra una settimana una nostra collega dell'infermeria lascerà l'azienda avendo "colto nuove opportunità professionali" come si suol dire; dunque il servizio sanitario resterà nuovamente scoperto per gran parte della giornata; infatti l'azienda pare intenzionata a non sostituire la collega e l'opzione organizzativa che verrà  plausibilmente adottata sarà quella di far tornare in turno centrale l'altra collega dell'infermeria,  assieme ad una maggiore presenza sia del medico competente che del medico consulente. Inoltre in direttore HR ha affermato esplicitamente che sarebbe inopportuno e sconveniente assumere una sostituta visto che l'intero settore è in fase di riorganizzazione e si tratterebbe comunque di una situazione provvisoria, lasciando quindi intendere che si starebbe preparando l'annuncio dell'ennesima procedura di mobilità che ormai aleggia nell'aria da tempo e sembra ormai il segreto di pulcinella e che coinvolgerebbe principalmente l'area dei servizi generali.
La RSU ed in particolare gli RLSSA, hanno rigettato decisamente l'impostazione della riduzione della copertura del servizio infermeria, che si prefigurerebbe come un ritorno ad un passato che è stato superato da diverso tempo a seguito di interminabili ed accese discussioni. Abbiamo bisogno di persone esperte e professionali che coprano l'arco delle 24 ore ed in grado di intervenire in caso di grave necessità. In nome del "sacro contenimento dei costi" non si può continuare a speculare sulla pelle dei lavoratori, soprattutto quando poi si decide di nominare nuovi dirigenti anzichè ridurre il numero degli attuali ( e dei loro stipendi) che appare alquanto eccessivo!

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martedì 14 dicembre 2010

Proposta bonus e richiesta job descriptions

Pubblichiamo il documento inoltrato in data odierna dalla RSU e riguardante principalmente la nostra proposta di "bonus" per l'impegno tenuto dal personale di stabilimento nell'anno 2010.
Ricordiamo ai lavoratori che a fine estate, quando emerse il problema legato al Centrum, la RSU chiese formalmente all'azienda di impegnarsi da subito per erogare a fine anno un premio per tutti i dipendenti come riconoscimento per l'impegno che avrebbero profuso, tenendo anche conto delle polemiche che ci portavamo dallo scorso anno in relazione alle promesse non mantenute (o mantenute solo in parte) in occasione dell'emergenza produttiva sul Polase. L'impegno aziendale (assunto a denti stretti e soltanto verbalmente) fu quello di dare a fine anno un bonus carburante a coloro che avrebbero contribuito al Centrum e col paletto dell'indice prefissato di assenteismo da non superare. Ovviamente non condividemmo questa decisione unilaterale da parte della Direzione Aziendale  che non avrebbe certo aumentato l'impegno dei lavoratori e la loro motivazione, escludendo peraltro gran parte di essi dall'ottenere un qualunque riconoscimento (per inciso: i risultati del sondaggio Gallup ci hanno dato largamente ragione).
Come da routine ormai, sono nel frattempo venute alla luce altre "emergenze produttive" come nuovamente quella del Polase, venendo coinvolti quindi anche i lavoratori della PPU OTC oltre che quelli della PPU DS, ragion per cui la RSU ha ritenuto doverosamente di ritornare sull'argomento "bonus" per chiedere nuovamente all'azienda di estenderlo a tutti i suoi dipendenti e di sostituirlo con dei giorni di ferie retribuiti (in aggiunta quindi a quelli previsti dal CCNL) anzichè un semplice "buono carburante" di valore imprecisato  che sta scontentando parecchi. Consideriamo che la nostra proposta nasce dal fatto che ad Agosto ci sono state delle chiusure programmate all'ultimo momento e che hanno "obbligato" molti lavoratori con pochi giorni di ferie a trovarsi col un bilancio in rosso.Per non parlare delle prossime chiusure dei giorni 24 e 31 dicembre (all'inizio si parlava addirittura di chiudere dal 24 al 31). Il tutto, non dimentichiamolo, viene sempre giustificato con l'imperativo dominante: riduci i costi!
Riteniamo quindi che un modo efficace per recuperare un po' di quella motivazione persa e di quella fiducia scomparsa, il nostro management lo possa trovare aderendo alla proposta RSU di elargire dei giorni di ferie per tutti, indipendentemente dall'assenteismo dell'ultimo trimestre. Sarebbe davvero un ottimo segnale.
Approfittiamo dell'occasione per ripresentare alla Direzione Aziendale anche la richiesta di consegnare entro gennaio 2011 le job descriptions a tutti i dipendenti per poter procedere alla verifica degli inquadramenti.
Speriamo di riuscire a mettere in piedi un incontro costruttivo e proficuo entro breve termine (prima di Natale) per portare a casa qualche risultato per i lavoratori.
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Un'ultima considerazione vogliamo però farla per stigmatizzare ancora una volta il comportamento ambiguo e scorretto da parte di chi si definisce "l'unico che è in grado di proporre, contrattare, discutere con la controparte e portare a casa i risultati" contro chi invece viene definito "populista, demagogo, capace di fare solo polemica e conduce al solito immobilismo (leggi: la Filctem CGIL)". Crediamo che sia un po' presto per fare campagna elettorale!  Crediamo che tali personaggi dovrebbero avere il buon senso di tacere una volta per tutte se vogliono veramente dimostrare di perseguire il bene dei lavoratori e "della baracca" e cercare l'unità della RSU come vogliono far credere; oppure dovrebbero avere l'onestà di pubblicare quelle che sono le loro "proposte" e sostenerle fino alla fine, pur sapendo che si tratta di proposte superate in fase di trattativa o respinte dai lavoratori.
Se c'è una cosa che non  potrà mai essere contestata ai delegati della Filctem CGIL è  quella di  essere propositivi e di cercare sempre il risultato che va a vantaggio dei molti rispetto ai pochi, e quello che pensiamo lo diciamo sempre a voce alta e guardando in faccia le persone, non sussurrando falsità e maldicenze a testa bassa per i corridoi ed i reparti! 







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giovedì 9 dicembre 2010

sabato 4 dicembre 2010

Martedì 7 Dicembre 2010: iniziativa sul Collegato Lavoro

Pubblichiamo il volantino dell'iniziativa sul Collegato Lavoro (L. 183/2010), ovvero la controriforma del lavoro del governo Berlusconi appena approvata dal Parlamento.
Siete invitati a partecipare numerosi per ricevere un'informazione più completa sull'ennesima legge truffa contro i lavoratori dipendenti.





(CLICCA SULL'IAMMAGINE PER INGRANDIRLA):

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CGIL: nuova tessera dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia

Cambia la grafica ed il formato, che sarà quello 'bancomat'. Nuovi servizi personalizzati per gli iscritti grazie al sistema 'Omnibus'



La tessera CGIL 2011 ricorderà i 150 anni dell'Unità d'Italia. E' stata presentata nel corso della conferenza stampa convocata in vista della manifestazione nazionale del 27 novembre, la nuova tessera di iscrizione alla Confederazione di Corso d'Italia. Una tessera formato 'bancomat', che verrà consegnata a circa 6 milioni di donne e di uomini iscritti alla CGIL. E' quanto ha annunciato il Segretario organizzativo, Enrico Panini, nel definirlo un fatto “forse per alcuni piccolo, ma per noi importante”.


Dunque, la nuova tessera avrà due sole facciate al posto delle 4 del formato tradizionale 'a portafoglio'. Sulla prima facciata, ha spiegato il dirigente sindacale, è riportata la bandiera italiana con il 150esimo dell'Unità d'Italia, tema al quale è dedicata, e la scritta 'Il lavoro unisce l'italia', mentre sul retro vi saranno, oltre alla firma del Segretario Generale, i dati relativi all'iscritto (categoria di appartenenza, nome, cognome e codice fiscale) che verranno caricati in modo automatico dalle strutture CGIL.


Tra le novità, inoltre, ha spiegato Panini, “grazie ad un applicativo, che chiamiamo 'Omnibus', nel quale saranno inseriti i dati degli iscritti legati al codice fiscale in una 'base dati' molto precisa. Grazie a questo sistema, sarà possibile parlare a tutti e allo stesso tempo offrire agli iscritti un intervento mirato”. “Saremo in grado – ha proseguito il Segretario Organizzativo - di contattare direttamente gli iscritti e ricordare le scadenze e gli appuntamenti più importanti, offrendo un servizio personalizzato”. Un modo, ha concluso Panini per “contrassegnare uno degli elementi costitutivi di un'organizzazione sindacale ossia: la 'solidarietà del trovarsi insieme'”. Inoltre alla tessera sono legate anche una serie di promozioni offerte agli iscritti a condizioni di miglior mercato.

Perché iscriversi? Perché la CGIL è il sindacato di chi ha un lavoro, di chi lo ha ma precario, di chi non lo ha e lo cerca e dei pensionati; perché la CGIL svolge un ruolo di protezione dall’incondizionato funzionamento del mercato, difendendo i diritti individuali e collettivi contro i soprusi e le ingiustizie. Con la sua presenza nei luoghi di lavoro, nel territorio e tra i cittadini, la CGIL opera per la ricostruzione delle solidarietà, ovvero l’integrazione di parti della società, attraverso la pratica quotidiana, l’impegno concreto di rappresentanza e l’attività capillare di contrattazione e negoziazione.
Iscriversi è una scelta importante, soprattutto, perché la CGIL difende e persegue la “confederalità”, cioè quella forma originale della rappresentanza degli interessi delle persone che assume valori generali, sociali, insieme alle rivendicazioni contrattuali e di categoria. La confederalità è un valore dirimente, rappresenta la solidarietà tra lavoratori, precari, pensionati nel loro costante processo di emancipazione.
Solo l’azione collettiva, infatti, può porre un argine all’individualismo imperante, oggi più che mai.
Per questi motivi la CGIL è la casa comune per i lavoratori, per i giovani e per i pensionati.
Il valore dell’iscrizione passa anche attraverso l’offerta di servizi e tutele alle persone che cercano una risposta ai problemi che incontrano nell’attività lavorativa, nei rapporti con il fisco, in campo previdenziale, nella tutela della salute o nell’accesso ai servizi sociali alla persona.
In tutti questi casi, e in generale per tutto ciò che riguarda l'esigibilità dei tuoi diritti, il “Sistema Servizi” della CGIL ti può efficacemente aiutare.
Oggi più che mai rafforzare il sindacato è importante per arginare e contrastare gli attacchi contro i lavoratori, contro i giovani e contro i pensionati. Lo puoi fare iscrivendoti alla CGIL e rendere così più efficace ed incisiva l’azione di rappresentanza dei lavoratori.


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mercoledì 1 dicembre 2010

Sondaggio Gallup sul coinvolgimento del personale: una disfatta per il management di Aprilia

In data odierna l'Ing. Rubbi (Direttore del sito di Aprilia) ha ritenuto opportuno convocare tutti i dipendenti per discutere sui disastrosi (ma secondo noi prevedibili) risultati della Gallup Engagement Survey ovvero il sondaggio promosso da Pfizer a livello mondiale sul grado di coinvolgimento e integrazione dei suoi dipendenti al  suo interno. L'iniziativa ha coinvolto circa 120.000 dipendenti nel mondo Pfizer con un'adesione media del 90% (circa 93% ad Aprilia).
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 I risultati sono stati i seguenti (con una variazione di indice da 1 a 5):

  • workplace (posto di lavoro): Aprilia 3,12; Area Consumer (7 stabilimenti al mondo) 3,58; PGM 3,77;           Pfizer 3,93  
  • inclusiveness (coinvolgimento/integrazione): Aprilia 3,13; Area Consumer 3,47; PGM 3,68; Pfizer 3,84
  • culture (valori/il modo in cui si lavora): Aprilia 3,08; Area Consumer 3,50; PGM 3,68; Pfizer 3,77
Dall'elaborazione dei dati si ottine il seguente Engagement Index:
  • Aprilia: 11% engaged; 46% not engaged; 43% actively disingaged
  • Pfizer: 42% engaged; 48% not engaged; 10% actively disingaged
da cui risulta che soltanto l'11% dei dipendenti di Aprilia è soddisfatto del proprio lavoro, è contento di lavorare in Pfizer, si sente valorizzato e gratificato nel suo impegno quotidiano, essendo coinvolto sempre nelle scelte che lo riguardano e avendo opportunità di crescita; in sostanza: si sente parte della grande famiglia Pfizer! 
Tra i peggiori risultati al mondo (se non il peggiore!)
Presentando in maniera sconsolata questi dati l'Ing Rubbi si è detto più volte dispiaciuto e meravigliato (!) della situazione che è emersa e che chiaramente ci dice che i lavoratori non sono soddisfatti di come il management sta gestendo l'azienda.  Secondo Rubbi occorre effettuare subito un'analisi approfondita (!) delle cause e porre rimedio al più presto perchè si rischia concretamente di perdere fiducia e credibilità; ovviamente ci potrebbero essere infatti delle difficoltà a portare nuovi prodotti in uno stabilimento totalmente demotivato e potrebbero presentarsi anche dei problemi di qualità dovuti alla scarsa attenzione e motivazione nel lavoro svolto.
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Rimaniamo a nostra volta meravigliati del fatto che ci si meravigli di questi risultati! Non è pensabile che ci si presenti ad una riunione del genere e si affermi che non fosse lecito attendersi una simile disfatta! Ed è ancora più grave, a nostro avviso, che l'Ing Rubbi e il suo management (presente al gran completo alla riunione) non sappia darsi delle risposte concrete e plausibili sul perchè dell'accaduto! I lavoratori e la RSU stanno denunciando da anni ormai una situazione di "scollamento" tra chi dirige e il resto dello stabilimento attraverso dei segnali di demotivazione sempre  crescenti e via via più intensi; lo stesso Rubbi soffre forse di amnesia dimenticando che fu lui stesso non più tardi di un anno fà ad affermare che gli ritornava una certa sfiducia nel management aziendale e che in quell'occasione fu invitato prontamente a porvi rimedio prima che si degenerasse; a distanza di un anno ci si sta leccando le ferite avendone sottovalutato la reale portata e si viene a chiedere il sostegno, l'aiuto e la comprensione dei lavoratori vista la brutta figura "internazionale"!
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Gli interventi dei lavoratori per tentare di "schiarire le idee" al Direttore sono stati molteplici e tutti miranti a fornire delle possibili cause del malcontento:
- aspettative rimaste insoddisfatte o promesse non mantenute, legate ad esempio all'annoso discorso sugli inquadramenti
- incentivi non elargiti a seguito della disponibilità ad effettuare lavoro straordinario legato ad emergenze varie (Polase, Centrum)
- gratifiche e riconoscimenti dati sempre ai soliti (presumibilmente appartenenti all'11% che si dichiara soddisfatto!)
- la mancanza di chiarezza sul proprio ruolo all'interno dell'azienda
- la mancanza di ascolto sulle problematiche che emergono ogni giorno, sulle proposte e sui suggerimenti che vengono dati
- la scomparsa di quei rapporti umani che fino a qualche tempo fa potevi ancora trovare
- la carenza quotidiana di quegli strumenti di tipo tecnologico, logistico ed organizzativo che permetterebbero di far fronte con più facilità all'esigenza di flessibilità richiesta continuamente
- la sensazione che ormai il "menefreghismo" sia dilagato a tutti i livelli: ognuno "se ne frega" e declina le responsabilità perchè tanto c'è sempre qualcuno che sopra di lui non prende decisioni o fornisce delle direttive o perchè non è di sua competenza (Sindrome di Ponzio Pilato).
- si ritiene più importante dare risalto alle fandonie e alle cose di poco conto riportate mensilmente sul giornalino (l'autoreferenzialità attraverso le medaglie!) che  affrontare concretamente le difficoltà che i lavoratori incontrano ogni giorno.
- l'incertezza sul futuro prossimo, legata oltre che alla permanenza nel network anche al continuo incombere delle procedure di mobilità per "contenimento dei costi".
Rubbi ha affermato che tra un anno Aprilia sarà ancora nel network Pfizer e non ci sarà bisogno di scendere per le strade per protestare a causa di una chiusura: niente di nuovo. Egli stesso ha ripetuto più volte che il processo di valutazione dei siti produttivi (PNS) conclusosi qualche mese or sono ha cadenza biennale/triennale. La domanda è un'altra: con quanti dipendenti resterà Aprilia fra un anno visto che la probabile adozione di "modelli operativi diversi dall'attuale" (es l'accorpamento delle Focus) non potrà far altro che generare nuovi esuberi da estromettere quanto prima? Ovviamente nessuna risposta...
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Quelli elencati sono soltanto alcuni dei fattori che hanno generato la demotivazione ma già con questi appare inconcepibile che si pretenda di avere delle persone motivate! Un elemento importante che è apparso agli occhi di tutti è che la demotivazione dimostra che lo stabilimento di Aprilia presenta delle enormi potenzialità non espresse e notevoli margini di crescita; lo dimostra la capacità e la volontà nonostante tutto di far fronte sempre alle continue esigenze e questo grazie soprattutto al senso di responsabilità e all'impegno dei suoi lavoratori che spesso non viene riconosciuto.
In qualità di lavoratore insoddisfatto e delegato RSU della Filctem CGIL Andrea Fiorin ha concluso il suo intervento invitando l'Ing Rubbi a rinunciare al proprio incarico e dimettersi (come più volte ha minacciato di fare) quale atto necessario e non più rinviabile. Riteniamo che il responsabile principale di questa disfatta sia proprio lui, che ha nominato e difeso a spada tratta il suo management in tutte le occasioni, che ha sottovalutato l'importanza dei segnali che gli arrivano da tempo, che avrà certamente il merito unanimemente riconosciuto di aver traghettato la nave azienda in acque sicure quando tanti anni fà rischiava di colare a picco ma che ora appare come un capitano che ha perso la bussola e sta navigando a vista assieme ad un equipaggio che non vede l'ora di calare le scialuppe di salvataggio prima di trovarsi di fronte ad un ammutinamento!


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