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Universalità, maggiore inclusione, semplificazione e sostenibilità economica, sono queste le principali caratteristiche della proposta della CGIL per la riforma degli ammortizzatori sociali. Per la confederazione è una proposta di riforma "organica che guarda al futuro”, perchè “è adesso” che bisogna pensare come questo futuro si possa e si debba sviluppare » Presentazione IRES » VIDEO su CGILtv |
![]() ![]() Necessaria una riforma degli ammortizzatori sociali in un paese, come l'Italia, sempre più colpito dal dramma della disoccupazione e del lavoro precario. E' quanto emerso oggi (15 marzo) al convegno 'Crisi occupazionale e ammortizzatori sociali: la proposta della CGIL', organizzato dalla Confederazione e dall'IRES, durante la quale si è analizzata, con esperti della materia, la proposta della CGIL sulla riforma degli ammortizzatori sociali, esposta per la prima volta ad ottobre 2010. L'ipotesi di riforma, illustrata da Giovanna Altieri, direttore dell'Istituto di ricerche della CGIL, prevede innanzitutto: una drastica semplificazione degli strumenti normativi per tutti i settori che dai 7 attuali, si ridurrebbero a soli 2: la Cassa integrazione guadagni e la Disoccupazione, con aliquote unificate per tutte le qualifiche. Una sola differenziazione resterebbe per le imprese fino a 15 dipendenti (aliquote più basse) e nei settori dell'Edilizia e dell'Industria, in questi due settori le aliquote CIG sono maggiorate. La riforma prevede inoltre, la riduzione dei 'modelli di contribuzione', così dai 24 attuali, si arriverebbe a 6. Dallo studio dell'IRES emerge inoltre come, in un mercato del lavoro sempre più flessibile, sono sempre meno le persone che beneficiano di ammortizzatori sociali, mentre con la riforma si passerebbe da un 50% di beneficiari ad un 70%. (Slides IRES) A parlare di “emergenza” è Claudio Treves, coordinatore dell'area mercato del lavoro della CGIL nazionale, riferendosi alle imprese che terminando il periodo di fruizione degli ammortizzatori sociali ordinari sono costretti a passare alla CIG in deroga. “Il tema della copertura dell'emergenza – afferma Treves - e quindi, l'adeguatezza delle risorse da assicurare per il 2011 agli ammortizzatori sociali in deroga e, al contempo, l'apertura di una fase di confronto sulla riforma è un tema di oggi” ed aggiunge “la proposta della CGIL vuole giocare nella crisi come strumento di politica economica e sociale”. A ribadire la necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali da realizzare in tempi brevi è il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni ai microfoni della CGILtv che ha spiegato come, quella avanzata dalla Confederazioe sia “una proposta di riforma organica che guarda al futuro”, perchè “è adesso” che bisogna pensare come questo futuro si possa e si debba sviluppare. Fammoni individua alcune caratteristiche fondamentali della proposta che sono state condivise durante il dibattito dai partecipanti, ossia: l'universalità, l'inclusione, la semplificazione e la sostenibilità economica. “La nostra è un'idea universale – ha spiegato il dirigente sindacale -: dare a tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore in cui operano, dalla tipologia e dalla dimensione dell'azienda, una copertura di carattere universale”. Il Segretario confederale ha denunciato l'atteggiamento del Governo che non si dimostra disponibile a discutere di una riforma degli ammortizzatori sociali, o meglio ha aggiunto Fammoni “ci sono diverse ipotesi che però vanno verso un'ulteriore frammentazione del sistema degli ammortizzatori sociali, senza dare né tempi né certezze”. Per quanto riguarda i costi della riforma, il dirigente sindacale denuncia come in un paese in cui cresce la disoccupazione e l'occupazione si fa sempre più 'flessibile': “l'aumento del lavoro precario, significherà, in una ipotesi di ammortizzatori sociali universali – ha concluso Fammoni - un aumento dei costi”. |
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Quattro ore di astensione dal lavoro con manifestazioni territoriali. Ad annunciarlo è il Segretario Generale Susanna Camusso, intervenendo all'attivo dei delegati di Modena » Documento approvato dal Comitato Direttivo » VIDEO su CGILtv |
Il 6 maggio sarà Sciopero Generale:quattro ore con manifestazioni territoriali. L'annuncio è stato dato oggi dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso che ha parlato ad un attivo dei delegati sindacali a Modena. La decisione di indire lo sciopero era stata già presa la scorsa settimana durante una riunione del Comitato Direttivo Nazionale della CGIL che aveva dato mandato alla Segreteria Confederale di decidere la data e le modalità dello sciopero secondo la richiesta dello stesso Segretario Generale Susanna Camusso. Nel documento politico approvato dal direttivo si sosteneva che “è necessario rimettere al centro il tema del lavoro e dello sviluppo, riconquistare un modello contrattuale unitario e battere la pratica degli accordi separati, riassorbire la disoccupazione, contrastare il precariato, estendere le protezioni sociali e ridare fiducia ai giovani. Serve una nuova stagione fatta di obiettivi condivisi e rispettosi della dignità del lavoro e serve definire le regole della democrazia e della rappresentanza”. Dopo aver annunciato la mobilitazione nazionale del 6 maggio, il Segretario Generale della CGIL è tornato ad esprimere, nel corso del suo intervento a Modena, forte preoccupazione per la crisi economica che da oltre due anni sta rendendo l'Italia un Paese sempre più povero. L'aumento della Cassa Integrazione nel mese di febbraio, come rilevato dall'INPS, conferma, infatti, secondo il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso “la difficile situazione del nostro Paese, di un'economia che non è ancora ripartita”. “Il primo ostacolo agli investimenti stranieri - ha precisato Camusso - non è il sindacato, ma il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Noi - ha aggiunto - a differenza di altri, vogliamo bene al nostro Paese ed è per questo che pensiamo che Berlusconi se ne debba andare: perchè lui non vuole bene al Paese. C'è un rapporto fra l'immagine del Paese all'estero e il modo di gestire la crisi. Il premier inquisito che non si presenta in tribunale è il motivo per cui l'opinione pubblica internazionale ci considera un Paese inaffidabile. Il primo ostacolo agli investimenti stranieri - ha ribadito - è proprio il premier”. Riferendosi al federalismo fiscale municipale, approvato ieri dalla Camera, il Segretario Generale della CGIL, ha affermato “è un decreto che rischia di impoverire ulteriormente le persone”, poiché ha spiegato “temiamo che le amministrazioni locali e le Regioni taglino servizi e risposte ai cittadini. Dobbiamo spiegare che non solo non è solidale, non solo non risponde ai problemi, ma ci porrà Comune per Comune, ad avere l'alternativa fra il mantenimento dei servizi e l'innalzamento della tassazione. L'aumento della tassazione si fa con l'Irpef, e quindi graverà sui soliti noti, lavoratori e pensionati. Anche per questo serve una mobilitazione nei territori e nei comuni”. Alle altre Confederazioni sindacali, la leader della CGIL ha lanciato un appello: “il Paese deve cambiare rapidamente e pensiamo che questa responsabilità nel chiedere trasformazioni dovrebbero averla anche tanti altri soggetti, a partire da CISL e UIL. Se si dice che va bene questo quadro di riferimento, è in corso la resa senza condizioni”. “Il 'filo dell'unità' - ha concluso - non va mai perso, ma la condivisione dello scenario che CISL e UIL stanno facendo nei confronti delle politiche del governo indica una 'resa senza condizioni'”. |