martedì 15 marzo 2011

Lavoro: CGIL, il tempo per la riforma degli ammortizzatori sociali è adesso

Universalità, maggiore inclusione, semplificazione e sostenibilità economica, sono queste le principali caratteristiche della proposta della CGIL per la riforma degli ammortizzatori sociali. Per la confederazione è una proposta di riforma "organica che guarda al futuro”, perchè “è adesso” che bisogna pensare come questo futuro si possa e si debba sviluppare
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15/03/2011 Condividi su:  condividi su Facebook condividi su Twitter
Necessaria una riforma degli ammortizzatori sociali in un paese, come l'Italia, sempre più colpito dal dramma della disoccupazione e del lavoro precario. E' quanto emerso oggi (15 marzo) al convegno 'Crisi occupazionale e ammortizzatori sociali: la proposta della CGIL', organizzato dalla Confederazione e dall'IRES, durante la quale si è analizzata, con esperti della materia, la proposta della CGIL sulla riforma degli ammortizzatori sociali,  esposta per la prima volta ad ottobre 2010.


L'ipotesi di riforma, illustrata da Giovanna Altieri, direttore dell'Istituto di ricerche della CGIL,  prevede innanzitutto: una drastica semplificazione degli strumenti normativi per tutti i settori che dai 7 attuali, si ridurrebbero a soli 2: la Cassa integrazione guadagni e la Disoccupazione, con aliquote unificate per tutte le qualifiche. Una sola differenziazione resterebbe per le imprese fino a 15 dipendenti (aliquote più basse) e nei settori dell'Edilizia e dell'Industria, in questi due settori le aliquote CIG sono maggiorate. La riforma prevede inoltre, la riduzione dei 'modelli di contribuzione', così dai 24 attuali, si arriverebbe a 6. Dallo studio dell'IRES emerge inoltre come, in un mercato del lavoro sempre più flessibile, sono sempre meno le persone che beneficiano di ammortizzatori sociali, mentre con la riforma si passerebbe da un 50% di beneficiari ad un 70%. (Slides IRES)


A parlare di “emergenza” è Claudio Treves, coordinatore dell'area mercato del lavoro della CGIL nazionale, riferendosi alle imprese che terminando il periodo di fruizione degli ammortizzatori sociali ordinari sono costretti a passare alla CIG in deroga. “Il tema della copertura dell'emergenza – afferma Treves - e quindi, l'adeguatezza delle risorse da assicurare per il 2011 agli ammortizzatori sociali in deroga e, al contempo, l'apertura di una fase di confronto sulla riforma è un tema di oggi” ed aggiunge “la proposta della CGIL vuole giocare nella crisi come strumento di politica economica e sociale”.


A ribadire la necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali da realizzare in tempi brevi è il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni ai microfoni della CGILtv che ha spiegato come, quella avanzata dalla Confederazioe sia “una proposta di riforma organica che guarda al futuro”, perchè “è adesso” che bisogna pensare come questo futuro si possa e si debba sviluppare.


Fammoni individua alcune caratteristiche fondamentali della proposta che sono state condivise durante il dibattito dai partecipanti, ossia: l'universalità, l'inclusione, la semplificazione e la sostenibilità economica. “La nostra è un'idea universale – ha spiegato il dirigente sindacale -: dare a tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore in cui operano, dalla tipologia e dalla dimensione dell'azienda, una copertura di carattere universale”.


Il Segretario confederale ha denunciato l'atteggiamento del Governo che non si dimostra disponibile a discutere di una riforma degli ammortizzatori sociali, o meglio ha aggiunto Fammoni  “ci sono diverse ipotesi che però vanno verso un'ulteriore frammentazione del sistema degli ammortizzatori sociali, senza dare né tempi né certezze”.


Per quanto riguarda i costi della riforma, il dirigente sindacale denuncia come in un paese in cui cresce la disoccupazione e l'occupazione si fa sempre più 'flessibile': “l'aumento del lavoro precario, significherà, in una ipotesi di ammortizzatori sociali universali – ha concluso Fammoni - un aumento dei costi”.

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