sabato 18 settembre 2010

Campagna raccolta firme contro la riforma dei consultori

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa iniziativa, invitando tutti i cittadini alla massima partecipazione:
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NO ALLA PROPOSTA DI LEGGE TARZIA SUI CONSULTORI

I numerosi tentativi di aggressione nei confronti di ciò che in questi anni le donne hanno saputo costruire e realizzare per tutti si concretizzano attualmente nell’irricevibile proposta di legge Tarzia, già respinta 7 anni fa dalle operatrici del settore, dalle assemblee delle donne e dalla società civile tutta.

DENUNCIAMO

· L’attacco all'unico servizio socio-sanitario che realizza un modello operativo di genere, il Consultorio Familiare, attraverso la proposta di legge Tarzia che ne decreterebbe di fatto la chiusura, come esperienza di autogestione, prevenzione ed informazione dalla parte delle donne.
· L’attacco violento alla libertà di scelta delle donne per l'alternativa farmacologica all'aborto, attraverso il blocco della somministrazione della RU 486 nel Lazio, giustificato dalla querelle sull'ospedalizzazione e dall'odio insensato per la legge 194.
· L’attacco duro e spietato alle scelte di vita delle donne, un attacco culturale e materiale, che passa per le dichiarazioni antiabortiste dei politici e si estremizza negli innumerevoli casi di omicidio e di violenza maschile sulle donne.

Ancora una volta si tenta di distruggere il Consultorio familiare e di smantellare le strutture del welfare pubblico e delle garanzie sociali. Questa proposta rappresenta l’ennesimo e inaccettabile attacco alla sanità pubblica, poiché mira alla privatizzazione di fatto dei consultori ed inoltre si contrappone alla legge 194.
Non rispettando le leggi nazionali (L.405/75 - L. 194/78) e volendo stravolgere la L. Reg. Lazio 15/76, valutata eccellente dalle agenzie internazionali, si colpiscono tutte le donne, in particolare quelle socialmente più fragili.
La proposta di legge Tarzia nulla ha a che fare con i bisogni di donne, uomini, bambine e bambini, ma vuole intenzionalmente distruggere il patrimonio di conoscenza e di pratiche che i Consultori hanno prodotto in questi trenta e più anni di attività.

Chiediamo, piuttosto, una completa attuazione della L. R. 15/76 e l'apertura di tutti i Consultori previsti nel territorio regionale - almeno 1 ogni 20.000 abitanti –, la riqualificazione del servizio attraverso nuovi e maggiori finanziamenti pubblici e la garanzia della presenza di medici non obiettori.

Rivolgiamo questo appello quindi a tutte e tutti, consapevoli che non è più possibile né restare indifferenti, né arretrare ancora: bisogna fermare la proposta di legge Tarzia e pretendere ciò che ci spetta!


“Giù le mani dai Consultori. Riprendiamoci i nostri diritti!”

F.TO: Assemblea permanente delle donne contro la proposta di legge Tarzia
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ODG RU486 E PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE “RIFORMA DEI CONSULTORI FAMILIARI”

Il CD della Cgil di Roma e Lazio ritiene che i continui e pretestuosi rinvii circa la somministrazione della RU486 nelle strutture pubbliche e la proposta di legge regionale n 21 del 26 maggio 2010 mettano a rischio nella nostra regione la libertà di scelta e l’autodeterminazione della donna, in palese violazione della legge 194.
Le linee guida sull’utilizzo della RU486, emanate dalla giunta regionale con mesi di ritardo rispetto alle altre regioni e soltanto dopo che l’ospedale Grassi ne aveva iniziato la somministrazione, in applicazione della legge nazionale, oltre a prevedere un inutile e costoso ( per la già disastrata sanità regionale!!) obbligo di ricovero, contiene ulteriori rinvii, che ne hanno di fatto completamente bloccato la possibilità di utilizzo nella nostra regione.
Infatti si prevede che un successivo provvedimento dell’ASP / Agenzia di Sanità pubblica) individuerà ed autorizzerà gli ospedali che possono somministrare la Ru486 ed il numero di posti letto dedicati. Riteniamo che ogni struttura sanitaria già accreditata per l’interruzione volontaria di gravidanza possa e debba offrire anche questa possibilità, meno traumatica per la salute della donna ed anche meno complicata dal punto di vista tecnico, in base alle indicazioni dei medici ed alla scelta della paziente, e l’individuazione di “posti letto dedicati” – modalità del tutto inusuale e non praticata per nessun altro tipo di intervento – non può costituire un escamotage per ulteriori ritardi e difficoltà organizzative.
Il CD ritiene altresì che la PL n 21, nota anche come Proposta Tarzia, snatura il ruolo e la funzione dei consultori familiari , non più luoghi per tutelare la salute delle donne, sostenere la procreazione responsabile e consapevole, svolgere attività di prevenzione sul territorio, ma istituzioni ideologizzate “volte a promuovere la famiglia ( viene anche specificato famiglia fondata sul matrimonio) ed i valori etici.”
Viene messa in discussione la legge 194, richiamando esplicitamente tra le finalità dei consultori la “tutela della vita del figlio concepito”, prevede la presenza di non meglio identificate “associazioni familiari e organizzazioni che promuovono la stabilità familiari”, si rilanciano i consultori privati, equiparati anche in termini di accesso ai fondi pubblici, svilisce la professionalità degli operatori, consentendo l’accesso a volontari e l’istituzione di “comitati bioetici”.
Neppure un riferimento ai compiti di informazione e prevenzione rispetto alla salute della donna ed alla contraccezione, i “nuovi” consultori diverrebbero in realtà presidi per condizionare la libertà di scelta delle donne, esclusivamente in senso anti abortista, anche utilizzando strumentalmente l’accesso ad eventuali aiuti economici.
Il CD ritiene che ben altre debbano essere le politiche rivolte a sostenere la maternità consapevole, favorendo l’occupazione delle donne e la conciliazione tra vita e lavoro, tutelando le situazioni di disagio sociale e marginalità, senza demagogie né condizionamenti ideologici.
Ricordiamo inoltre che il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza è drasticamente diminuito negli anni, proprio grazie alla l. 194 ed all’azione di prevenzione e informazione svolta anche dai consultori familiari, ed è in tal senso che bisogna continuare ad operare, potenziando la rete dei consultori sul territorio ed i fondi a loro disposizione.
Il CD esige che nel Lazio siano rispettati i diritti e le libertà delle donne, garantendo la piena applicazione della l. 194, anche attraverso la modalità farmacologica, e salvaguardando e potenziando la rete ed il ruolo dei consultori familiari, quali previsti dalle l. 15/76 , e promuoverà a tal fine le necessarie forme di mobilitazione, insieme alle donne ed agli uomini delle associazioni, dei partiti e della società civile.
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Chi ha il collegamento internet potrà sottoscrivere la petizione via mail oppure al link di seguito riportato:
indirizzo mail
info@casainternazionaledelledonne.org
link
http://www.petizionionline.it/petizione/salviamo-i-consultori-della-regione-lazio-dalla-proposta-di-riforma-tarzia/1977
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